Il metodo di intervento
La storia tra me e il cliente inizia con un colloquio telefonico in cui il cliente espone per sommi capi il suo problema e la sua richiesta. Gli obiettivi posti in questa fase sono il prestare attenzione alla domanda del cliente, raccogliere i dati anagrafici e informare su tempi, modi e costi della consulenza. Segue una fase di consultazione - di solito di due o tre incontri - il cui obiettivo è esaminare in modo dettagliato il problema o i problemi per cui il cliente si è rivolto a noi e capire insieme qual è il percorso migliore per affrontarli. La consulenza termina di regola con una proposta di un percorso psicologico o con la risposta al quesito clinico posto dal cliente (diagnostico, valutazione di problemi e scelte, etc.). E' mia cura valutare insieme al cliente quale forma di intervento sia più indicata per il loro caso specifico: un percorso psicologico individuale? Oppure è più opportuno coinvolgere la coppia? O è possibile attivare tutte le risorse includendo, per tutte o per alcune fasi del lavoro psicologico, i membri della famiglia? Ciascuna fase del percorso psicologico è sempre concordata con il cliente in merito a tempi, modi e obiettivi. Ogni momento di incontro è considerato estremamente significativo ed è pertanto oggetto di cura e attenzione. |
L'approccio sistemico
Senza avere la presunzione di offrire una presentazione completa dell'approccio sistemico-relazionale, evidenziamo alcuni concetti che possono aiutare chi cerca una consulenza psicologica a comprendere i presupposti della teoria che guidano il nostro intervento. Il nostro approccio nasce dall'idea di "soggetto contestuale" introdotta nelle scienze umane da Gregory Bateson negli anni Trenta. L'essere umano non soltanto ha bisogno degli altri per vivere, crescere e riprodursi, ma non è in grado neppure di pensare o di sentire in solitudine. Le emozioni, i pensieri, i costrutti mentali sono costruiti in un dialogo fatto di gesti, di contatti fisici, ancora più che di parole, con gli altri. La mente umana non è racchiusa nell'epidermide, i nostri processi mentali e le emozioni si sviluppano nell'interazione con le persone. Siamo quindi irrimediabilmente interconnessi gli uni agli altri. Il pensiero che ci guida è che la psicopatologia sia un comportamento comunicativo che nasce nell'interazione. È un comportamento intelligente ma svantaggioso che il soggetto ha prodotto per risolvere un suo modo di comporsi con gli altri. I problemi per i quali le persone si rivolgono a noi sono considerati comportamenti che hanno un significato non visto da chi ne è coinvolto. Le psicoterapie sistemico-relazionali sono state le prime ad aver posto al centro della loro elaborazione il soggetto contestuale e da questa idea di persona in dialogo traggono ancora oggi la propria specificità. Il nostro intervento, partendo da questa idea di persona, elabora un'interpretazione sistemica della soggettività attraverso il concetto di polarità semantiche di Valeria Ugazio. Il concetto prevede che la conversazione nei gruppi con storia, come la famiglia, si organizzi secondo polarità di significato antagoniste e che gli individui debbano con-porsi rispetto alle dimensioni semantiche salienti nel proprio contesto relazionale. Approfondimenti bibliografici Ugazio V. (1998, 2012), Storie permesse storie proibite, Torino: Bollati Boringhieri |